Dai druidi agli auguri di buon anno: il vischio racconta.
Arbusto sempreverde, cespuglioso e parassita, il vischio è una pianta che ci racconta di boschi e di misteri, di Celti e di solstizi, di maghi e pozioni miracolose. Il suo nome dice che “guarisce tutto” ed è Plinio il Vecchio che ci spiega perché: al sesto giorno della luna i Druidi vestiti di bianco lo raccoglievano con un falcetto d’oro e ne ricavavano infusi curativi o contro la sterilità.
Sotto i suoi rami venivano portati i nemici per fare la pace, siglando il rito con un bacio. Da allora, nessuno passa più sotto di lui senza baciarsi o auspicare un buon augurio.
Si diceva che nasce dove cadono i fulmini, per volontà del cielo e degli Dei. Perfino Virgilio lo decanta con le sue doti preziose, quando Enea entrando negli Inferi porta con sé il “virgulto dalle foglie d’oro”, colore che lo accende per mesi anche dopo essere stato raccolto.
Lo ammirate nei boschi italiani avviluppato su pioppi, abeti, castagni, roveri e querce. E’ una pianta che parla di Nord eppure ama il sole, il freddo non troppo. Simile al vischio quercino, dà il nome ad aggettivi appiccicosi come i suoi frutti, non ha radici, non tocca mai terra e vive a sbafo, da vero opportunista.
Amuleto del verde, arbusto folletto, guai a raccoglierlo con le mani, pena la malasorte. Nei paesi montani d’Italia, non è raro vedere i suoi rametti a ghirlanda che ornano i portoni delle case, soprattutto tra Natale e Capodanno, per portare fortuna e liete novelle. Di nascosto, invece, qualcuno li indossa appesi al collo sotto la giubba, come scudo omeopatico contro febbri e malattie.
Il vischio, pianticella dei bambini e di Panoramix, viaggia nel tempo tra le pagine di formule magiche, fumetti d’autore e sagge ricette di erboristeria.
Nome: Viscum album
Famiglia: Viscacee
Curiosità: La disseminazione avviene tramite merli, tordi e capinere, che ne vanno ghiotti!