A un’ora e mezza da Milano, tra vigneti e fiumi, un luogo che vive al ritmo d’altri tempi: San Colombano al Lambro.
San Colombano al Lambro è un ridente borgo nei pressi dell’omonimo fiume che sorge sull’unica collina in tutta la zona. Il paese porta il nome di un monaco irlandese, passato di qui nel VI secolo d.C. Un religioso combattente, che lasciò segni indelebili del suo passaggio: la conversione dei padani locali al Cristianesimo e la diffusione della coltura della vite, che popola ancora oggi le colline tutt’intorno e dalla quale si ricava il San Colombano doc.
Il borgo sorge in una posizione strategica, anche rispetto al fiume e alla sua utilissima navigazione, e nei secoli passò di mano in mano. Fu conteso dai Romani, dai Franchi e dalla Chiesa milanese – che li acquisì nel 1034 – fino a Federico I di Svevia detto il Barbarossa, che rase al suolo sia il castello sia l’abitato nel 1158 (ma riconoscendone presto la posizione strategica, li riedificò rinforzandone le difese nel 1164). In epoche più recenti, San Colombano al Lambro fu conquistato da Napoleone prima e dagli Austriaci poi e solo nel 1861, con l’Unità d’Italia, passò definitivamente alla provincia di Milano.
Francesco Petrarca lo descrive così, in una lettera a Guido Arcivescovo di Genova del 21 ottobre 1353:
“E’ questo un vago fertilissimo colle, posto nel mezzo della Gallia Cisalpina, cui dalla parte esposta a Borea e ad Euro è prossimo San Colombano, castello assai noto e cinto di forti mura. A piè del colle scorre il Lambro limpidissimo fiume e benchè piccolo, è capace di sostenere barche di ordinaria grandezza, il quale scendendo per Monza, di qui non lungi, si scarica nel Po: a ponente si stende lo sguardo a larga e spaziosa veduta, e regnavi gradita solitudine e amico silenzio. Io non conosco altro luogo che in positura si poco elevata si vegga attorno si vasto prospetto di nobilissime terre; sol che tu giri d’attorno l’occhio ti si offrono innanzi Pavia, Piacenza e Cremona.”
San Colombano al Lambro parla del suo passato con la riservatezza e il garbo della provincia contadina di pianura, operosa e gentile. Il centro storico è un salottino, con le case basse ordinate, la piazza con il Monumento ai Caduti, le chiese, la casa natale di Don Gnocchi, beatificato nel 2009. E poi, la fortezza che quest’anno celebra l’850° anniversario della sua ricostruzione. Un castello medievale imponente che sovrasta l’abitato con le sue mura, le torri merlate e gli alberi secolari, tra i quali ci si rilassa con una passeggiata panoramica avvolta in primavera nel profumo di violette selvatiche.
Intorno al borgo le colline con le viti, i frutteti, le cascine e tanti itinerari enogastronomici molto apprezzabili: oltre al vino, vale la pena assaggiare piatti tipici che mescolano le tradizioni culinarie pavese, lodigiana e piacentina.
Informazioni: http://www.comune.sancolombanoallambro.mi.it