Sala Comacina è un piccolo comune, affacciato a sfioro sul Lago di Como, proprio davanti all’isola Comacina.
È difficile raccontare il Lago di Como e le sue atmosfere a chi non sa. È questione di scrosci a schiaffo, giardini-ricamo strappati alla roccia, viuzze antiche nel silenzio cicala di gazebo in pietra, ulivi e oleandri. È mal di piedi sui sassi a entrare nell’acqua, odore di alghe e onde verdi, voli di nibbio e di rondone, suoni sommessi di eleganti piroscafi storici.
L’incanto si presenta anche qui, a Sala Comacina: paesino stretto come un pugno che affiora, quasi fosse un ricordo, dalle acque scure del Lario. E’ un grumo di case colorate (alcune anche troppo) abbarbicato caparbio su quel poco di terra non verticale che si accuccia sotto la Via degli Ulivi: qui inizia infatti la Zoca de l’Oli, zona del lago dove si produce un extravergine di tutto rispetto.
La chiesetta di San Bartolomeo fa da centrino al borgo; intorno, si diramano stradine e discese a lago, hotel e ristoranti, lidi, approdi e porticcioli. Nessun rumore motore, da queste parti: si va a piedi, godendo di gradini in saliscendi e scorciatoie acciottolate, che approdano su piazzette schive e passeggiate antiche.
Cipressi, Cedri del Libano e platani centenari. Cigni, svassi e folaghe. Bisce d’acqua e libellule blu. Ed eccola, la via Regina antica: si diparte in silenzio, zitta zitta, verso Ossuccio. C’era lo spazio per passarci a cavallo – ma solo uno alla volta! – tra le mura di pietra alte due metri che fanno da confine a ville e parchi meraviglia. Tra cancelli in ferro battuto e cappelle votive si oltrepassa un fiume, il cui greto fu pavimentato dai Romani, e si sbircia curiosi quel che si può: gazebo e fontane, viali curati e viste lago mozzafiato. Nel verde ombroso si intravede il giardino di Villa Rachele (detta anche La Puncia, perché sporge nel lago): un tempo si chiamava Villa Beccaria perché fu proprietà del nonno del Manzoni. Qui visse per anni Cesare Cantù e qui soggiornarono intellettuali e artisti di ogni tempo (tradizione antica sul Lario: non lontano da qui la Villa del Balbiano e quella, splendida, del Balbianello- a cui abbiamo dedicato un libro).
Il tratto è breve, ma non il percorso all’indietro nel tempo, che approda a piccole spiagge e a insenature tranquille. L’Isola Comacina intanto non smette di guardarti e di fare l’occhiolino: è proprio lì, e ti sembra di poterla toccare con un dito. Fino al ritorno al paese, e alla realtà.