Il Pino Nero. L’altruista del bosco.
E’ difficile scrivere del Pino Nero, albero schivo e gentile che vive in comunità poco appariscenti nelle zone submontane d’Italia. Parente di pini molto più noti, questo albero di prima grandezza eredita dalla sua famiglia il valore dell’immortalità, che ci ricorda con il suo colore sempreverde. Peccato che a smentirlo arrivi poi la processionaria, bruco brutto e urticante che ha fatto strage di lui in enorme quantità.
Il suo corpo pretende poco e il suo animo è generoso e altruista: ovunque lo pianti, la terra diventa più fertile e le sue radici drenano l’acqua di piogge prolungate. Cresce in fretta generando pineta: per questo è un virtuoso dei rimboschimenti, anche dopo sciagurati incendi dolosi. Presenta varietà numerose, dai nomi che parlano d’Austria e somiglianze con il larice.
Spesso ha carattere relittuoso: cioè se ne sta lì, solo in quel posto lì, da chissà quanto tempo (come nella pineta di Villa Barretta, una delle più antiche d’Italia). Dà ombra, profumo e riparo nei boschi, anche quando fa temporale.
Genera lettiera feconda, buona per porcini e amanite, e la sua resina è un toccasana per tutti. Le sue gemme curano bronchiti e raffreddori, la sua ombra è preziosa per picnic estivi ed escursioni solitarie. Dal suo legno si ottengono tavolati e cellulose, legna da ardere e materiali di carpenteria.
In Abruzzo è protagonista forestale, nel Parco della Majella e nella Valle del Velino, presso le Cascate del Verde e nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Popola alture su Sila e Aspromonte, non ha paura dell’Etna e cinge di sé l’Alta Val Trebbia e le Alpi Friulane; in Sardegna vive nella foresta demaniale di Anela, dove lo chiamano pinu nieddu.
Il Pino Nero è un gentiluomo, anzi, un gentil albero: essenza essenziale per l’ecosistema del bosco.
Nome: Pinus nigra A. – Famiglia: Pinaceae – Curiosità: Soffre l’inquinamento e la condivisione di spazio e luce con altre essenze.
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