Le Ortiche. Ricordi pizzichini.
Cadere nelle ortiche è un incidente che capitava spesso da bambini: tra campi e quartieri in costruzione, nel verde incolto di giochi in libertà. Tra canali e casolari contadini, il cemento armato della nuova era guerreggiava contro cascine e civiltà rurali sconfitte in fretta e furia, davanti a un frigo e a una TV.
E le ortiche lì, imperterrite sul fronte, a presidiare le linee di confine e a dare pizzicotti alla nostra vivacità bambina. Urlavi “Ce l’hai!!” toccando come un lampo il tuo compagno di giochi e scappando via di corsa insieme agli altri, come sciame d’api tra i prati e i cortili. Bastava una spinta o uno scivolone ed eccoti lì, a grattare il pizzicore a bollicine rosse sulla pelle: orticaria, già, che assomiglia al nome di queste piante zanzarine.
Ma la curiosità bambina non si ferma certo alle apparenze: da piccolo succhiavi i fiori, ma solo quelli rosa!, dolci come zucchero. Non ti pungevi mai e il perché lo scopri che sei grande. Quelle sono le false ortiche, e difatti si chiamano Lamium: fanno fiori buoni, non fanno male a nessuno.
I buongustai adulti invece non sbagliano e scelgono attenti le foglie delle pianticelle giuste, cucinando torte salate, creme vellutate e risotti delicati.
Le ortiche, memoria di giochi nascondini e prove di coraggio, sono sempre lì, ai bordi di sentieri di montagna, di torrenti, casolari e caselli ferroviari abbandonati. Pianticelle spontanee e molto dispettose, buone da mangiare e per diventare grandi.
Nome Urtica dioica o urens
Famiglia Urticacee
Curiosità L’etimologia del nome deriva dal latino urere, cioè bruciare.
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