Giorni della Merla: 29, 30, 31 gennaio.
I giorni della merla: in Lombardia, si dice che siano i più freddi dell’anno. Il termometro sta sempre sotto lo zero, le beole nei viali si gonfiano da non aprire più il cancello e il generale inverno impone il silenzio (sarà una mia idea, ma il chiasso è cosa da caldo!). Bisogna stare attenti al ghiaccio sulle strade e al gelo che indurisce le verze nell’orto, buone per farci la cassoeula. Si cammina di corsa, con l’occhio distratto ai lampioni accesi e ai comignoli che sbuffano nuvole d’aria come il nostro respiro.
I comignoli… qui nasce una storia del tempo che fu, quando i merli, si mormora, erano ancora bianchi come la neve. L’inverno impazzava, una merla e i suoi piccoli tremavano al freddo, stretti stretti in un nido tra i rami di una grande quercia. “Messere Gennaio, ti supplico, dacci un po’ di tregua e di calore”, implorava mamma Merla, ma Gennaio era sordo ai suoi lamenti: in fondo, faceva solo il suo dovere.
Passarono alcuni anni e con loro la stessa storia di freddo, fame, suppliche inascoltate e patimenti. Fino a quando un anno, sul finire di dicembre, la merla decise di nascondersi agli occhi di Gennaio, che sadicamente la faceva penare durante i suoi 28 giorni di allora. Rimase nascosta per settimane con la sua famiglia e alla fine del mese, convinta di averla fatta franca, saltò fuori dal nascondiglio saltellando e deridendo il mese invernale più freddo di tutti. Gennaio si infuriò. Rabbioso e offeso, rubò 3 giorni al mese successivo e scatenò una tempesta di neve gelata: ci mancò poco che congelasse la merla e tutta la sua prole. La salvezza fu in un comignolo, con il suo fumo caldo: la merla e i suoi piccoli stremati si infilarono lì, sfuggendo alla morte.
Da allora, le merle sono grigie come la fuliggine e i merli neri come carbone. E quei giorni freddi, rubati a febbraio, sono detti I giorni della Merla.
Foto di Tony Hisgett from Birmingham, UK
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